Condividi















Padre Ernesto non ha contatti col mondo; non ha la tv; non ama i turisti chiassosi, ma e' gentile con quelli che lo cercano, affascinati dalla sapienza delle sue parole, dal senso di pace e serenità che esprimono i suoi occhi.



REGGIO CALABRIA - Nei boschi della Calabria vive uno degli ultimi eremiti d'Italia. E' un uomo dall'aria mite, con una bella faccia tonda, pochi capelli in testa e una grande barba bianca. Veste un saio anch'esso bianco e vive da solo. Una volta era parroco, lo e' stato per 25 anni in vari paesi della locride, ma nel suo cuore andava maturando il desiderio di stare da solo e dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Così nel 1995 Padre Ernesto Monteleone ha scelto l'antico monastero di San Nicodemo, sull' altopiano della Limina, territorio di Mammola, a un centinaio di km da Reggio Calabria, per cominciare la sua seconda vita. Il religioso conduce una vita molto spartana.

La canonica consiste di una sola stanza. Le finestre sono tutte uno spiffero, e non ci sono riscaldamenti in questo luogo, freddo anche d'estate e battuto dal vento. Una sola comodità si e' concesso: le scarpe da ginnastica, sotto il saio bianco. Da queste parti una volta cercavano rifugio i latitanti della 'ndrangheta braccati dai carabinieri; oggi intorno al vecchio monastero e' un viavai discreto ma incessante di anime in cerca di conforto. In molti vengono qui per confessare le loro pene e chiedere consiglio a questo asceta dei tempi moderni. ''Io prego soprattutto perché la misericordia di Dio raggiunga le persone inquiete'', dice il monaco, che parla a bassa voce, quasi per non disturbare il silenzio circostante.

Per continuare a leggere clicca sul seguente link:

http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/curiosita/2010/11/19/visualizza_new.html_1699284133.html

di Francesco Gerace

www.ansa.it

Nessun commento:

Posta un commento