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Anche Mammola, come altri pochi Comuni della Calabria, conserva scrupolosamente le tradizioni dei suggestivi Riti Pasquali che si terranno durante la Settimana Santa, in particolare delle due Processioni religiose più antiche della storia calabrese, diventati da secoli un appuntamento che ogni anno toccano profondamente il cuore di centinaia di fedeli.

Domenica delle Palme, nella mattinata inizia la benedizione delle Palme e degli Ulivi nella Piazzetta antistante la Chiesa Annunziata, poi la breve Processione fino alla Chiesa Matrice per la celebrazione della Santa Messa.
















Il Giovedì Santo, comincia a prepararsi qualche mese prima, con la semina, nelle abitazioni dei fedeli, in luoghi bui, senza neanche un filo di luce, in piatti allestiti con cotone, ginestra, grano, ceci, mais, orzo, perché germoglino, per essere pronti da portare nelle Chiese per l'allestimento dei Santi Sepolcri che, durante la serata e la nottata, tutte le famiglie si recano a visitare. Tradizione vuole che, durante questo rito di mestizia, le persone che si incontrano non si scambino saluti. Molti fedeli dopo la visita dei Santi Sepolcri si recano al Monte Calvario che con tanta devozione intonano i canti della Passione.
Nel pomeriggio nella Chiesa Matrice sarà celebrata la Santa Messa con la lavanda dei piedi ai rappresentanti delle due Confraternite, dell’Annunziata e del S.S. Rosario in abiti tradizionali, che rappresentano i dodici Apostoli, alla fine sarà distribuito il pane in ricordo dell’Ultima Cena.


































La Processione del Venerdì Santo
è molto suggestiva e toccante di pietà popolare, è il giorno più atteso della Pasqua. Pomeriggio, tutti i fedeli del paese e turisti seguono la processione della Madonna Addolorata e del Cristo Morto portati dalle due Confraternite, vestiti in abiti tradizionali, lungo la strada in salita che porta al Monte Calvario, posizionato sul cucuzzolo del paese.















Lungo il mesto tragitto, vengono letti gli episodi della Via Crucis e cantati i versi della Passione e arrivati al Calvario la predica del Sacerdote.















 



Sabato Santo, nel cuore della notte, sul piazzale davanti alla Chiesa Matrice, viene acceso un grande fuoco, che viene benedetto, così come avviene pure per l'acqua. Durante la Messa di mezzanotte si ripete, con partecipazione festosa dai fedeli, l'evento suggestivo della Resurrezione di Gesù Cristo.







































Domenica di Pasqua
, dopo la Santa Messa, poco prima di mezzogiorno, partono due Processioni contemporaneamente ma per due vie diverse: una con la statua del Cristo Risorto e l'altra con la Madonna del Rosario, coperta interamente da un velo luttuoso di colore viola. Le due statue, vengono trasportati in spalla, appena giunte da due parti opposte nella vastissima Piazza Ferrari, iniziano la corsa per la "Sbelata", nel momento dell'incontro col Figlio, il velo viola della Madonna scompare come d'incanto, mentre scrosciano abbondanti applausi. Il rito suggestivo ed emozionante, riveste particolare importanza dal punto di vista religioso, ogni anno commuove religiosamente ed emotivamente migliaia di fedeli e turisti, poi si susseguono scambi di auguri tra la folla, dopo tutti insieme si prosegue con la Processione verso la Chiesa Matrice.
Il ritorno a casa dei fedeli è caratterizzato da un' altra tradizione: la degustazione della "sguta" (dolce Pasquale a forma di ciambella con un uovo sodo al centro).















 

La Domenica successiva si registra un'appendice alla festa di Pasqua, con la Processione pomeridiana della Madonna dell'Annunziata, per le vie del paese, accompagnata dalla banda musicale e da fuochi d'artificio con la partecipazione delle due Confraternite, dell’Annunziata e del S.S. Rosario che indossano i caratteristici abiti tradizionali.




















Come si arriva in auto:

- Autostrada SA-RC svincolo Rosarno, S.G.C. Jonio-Tirreno uscita Mammola.
- Dalla fascia Jonica SS.106-E90, S.G.C. Jonio-Tirreno uscita Mammola.
- Dalla SP5 ex SS. 281 Marina di Gioiosa J-Rosarno.

Testo e foto di Gino Larosa

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