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Mio caro confratello Don Aniello,
il saluto che ti rivolgo è dominato da un forte senso di solitudine e la prima cosa che mi sento di dire è che mi manchi. Mi manca la tua autorevolezza spirituale e culturale. Mi manca quel sentirmi cercato da te. Mi manca il tuo affetto che traspariva anche quando era ironico. 

Mi manca la tua persona, che già si era fatta spazio nella mia vita dai tempi lontani del Liceo Artistico. Sei stato per me un eccellente supporto spirituale, storico ed esistenziale. Mi sento come se mi avessero tolto un puntello di sostegno, e in alcuni momenti, imprevedibilmente mi sento solo. Mi consola quel senso di timore e rispetto che avverto ogni volta che mi muovo, prego e opero nelle Chiese che ti hanno visto per tanti anni fedele nel servizio a Dio, alla Chiesa e a ogni singolo fratello.

Ciao Don Aniello, non potevi ritornare alla casa del Padre in un giorno qualunque se non in un giorno in cui la Chiesa solennizza Gesù Cristo. Il giorno prescelto è stato l’8 gennaio (Battesimo del Signore) e come non leggere allora la tua morte in chiave battesimale!
Tu che tante volte hai battezzato i figli di Mammola per introdurli nella vita cristiana, per te invece il rito di iniziazione che ti permetterà di accedere nel Regno di Dio lo hai già ricevuto nella sofferenza che hai vissuto, la quale ti ha ancor più innestato nel Cristo sofferente. Quindi nella Luce Celeste non avrai bisogno di riti di iniziazione, là accederai direttamente nel Regno.
Il beneficio che il sangue di Cristo genera per il mondo terrestre vale ancora di più per quello celeste.
Spero di rivederti presto nella Gloria di Dio (se per Grazia mi sarà concesso).

Don Alfredo, tuo confratello nel Presbiterato

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