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Gli impossibili sacrifici. “Le difficoltà economiche stanno imponendo duri sacrifici a tutti, ma noi nella Locride le stiamo vivendo in maniera drammatica, perché per tanti aspetti qui non si è trattato di ridimensionare quanto si aveva, ma di perdere tutto.

Dico tutto, senza retorica, perché certi tagli hanno comportato la perdita delle ragioni stesse per ipotizzare futuro (…). La conformazione geografica della Locride   comporta una serie di centri costieri lungo la fascia Jonica, il più grosso dei quali, Siderno, conta circa 16.000 abitanti. Poi c’è l’entroterra delle zone preaspromontane e aspromontane costituito da numerosi piccoli centri con lunga storia alle spalle, che stanno lentamente morendo”. 
La crisi, la fuga, la morte. “La crisi in atto sta accelerando la loro fine: la perdita dei servizi più elementari, quali i presidi sanitari, le scuole materne, gli sportelli postali per le pensioni degli anziani, scoraggiano la permanenza delle giovani coppie in questi luoghi. Tutti fuggono verso la costa, creando le premesse di problemi molto più gravi, sia dal punto di vista economico che da quello sociale, dei quali prenderemo coscienza nei prossimi anni, quando forse tutto sarà compromesso”. 
Il cattivo guadagno
“Aggravamento del dissesto idrogeologico, criminalità, perdita di radici storiche, abbandono della piccola agricoltura, che ora integra il reddito, nuovi problemi nei paesi di approdo a causa della casa e del reddito insufficiente, denatalità in crescita, rapido invecchiamento della popolazione, definitiva perdita di interesse per l’agricoltura, il cui ritorno sarebbe un vero sbocco produttivo per la zona”. (…).  “Quel che può apparire oggi un guadagno per lo Stato, riducendo i servizi, verrà pagato in altro modo. La verità è che la logica dei numeri è disumana, perché una cosa è stabilire un numero massimo e minimo di alunni in una città, altro nei piccoli centri della Locride, dove anche le strade che uniscono alla costa sono solo una parvenza di esse o tragico ricordo”. (La Locride) “è stata condannata all’isolamento: treni soppressi (con conseguenti peripezie affrontate dalla gente per muoversi con i pubblici servizi), l’unica strada di collegamento con il nord della Calabria è la fatidica Strada Statale 106 in attesa da oltre 20 anni per essere ammodernata, pubblici uffici sempre più centralizzati. Si dice che sono le esigenze della moderna organizzazione dello Stato. Locri è al centro della Locride: per arrivare a Reggio Calabia sono necessarie due ore di treno. La crisi economica ha elevato moltissimo la fascia della povertà; lo sanno gli sportelli della caritas Diocesana e quelli delle Caritas parrocchiali”. 
Il declino. “Le piccole aziende, che ancora reggono il sistema economico della Locride, avrebbero bisogno di agevolazioni e di un nuovo rapporto basato sulla fiducia e sulla trasparenza tra banche e mondo imprenditoriale (mi informano che qui da noi i tassi dati dalle banche sono elevatissimi)”.
E i giovani? “È necessario dare fiducia ai nostri giovani perché non lascino la nostra terra; purtroppo, uno dopo l’altro, stiamo perdendo tutti i giovani laureati, sui quali i genitori hanno investito tutti i loro risparmi: defraudati doppiamente. 
Signor Presidente,  ho concluso la Settimana Santa nella Locride, esortando tutti in pubblica piazza alla coerenza di vita e all’impossibilità di far coesistere illegalità, crimine e religiosità. Non è difficile a Locri per un Vescovo parlare di legalità e di condannare la criminalità; difficile è dare speranza.

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