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“La Voce di S. Nicodemo” ( mensile della Chiesa Matrice di Mammola, anni di pubblicazione 1953-1956, essendo parroco mons. Giuseppe Piccolo e suo coadiutore l’arc. D. Vincenzo Zavaglia, quest’ultimo responsabile del mensile) riporta in tre numeri una breve sintesi della vità, opere e cariche istituzionali di queste tre grandi figure di monaci basiliani di origine mammolese.

Di questi tre grandi personaggi gli storici e i cultori di storia locale hanno scritto molto; reputo interessante riportare questi scritti apparsi nel Periodico per arricchirne le conoscenze e dare in questa sede un piccolo tributo a queste importanti personalità.




1.
P. Giuseppe Del Pozzo


Diamo inizio a queste note di storia Basiliana e Patria con la pubblicazione di un profilo del Generale dell’Ordine Basiliano Giuseppe del Pozzo, nostro illustre concittadino.
Nacque in Mammola verso il 1690 da Carlo Giovanni del Pozzo e da Donna Caterina Passarelli.
Entrato ancor giovinetto nell’Ordine di S. Basilio Magno, emise i voti solenni il 23 gennaio 1723 nel Monastero di S. Bartolomeo di Trigona e lasciato il nome secolare di Diego, assunse quello di Giuseppe, rinunziando anche col nome a una vistosa eredità.
Fu ordinato Sacerdote e destinato alla comunità dell’Archimantritale Monastero di S. Giovanni Theresti di Stilo.
Quivi esercitando lodevolmente e per molti anni l’insegnamento della scolastica, nel 1727 veniva decorato del titolo di Padre maestro di Teologia.
Nel 1739 fu eletto Procuratore Generale dell’Ordine, residente in Curia. Amico personale di Benedetto XIV ebbe agio in altissimo ufficio di far rilevare, senza ostentazione di sorta, i non comuni pregi d’ingegno e di prudenza, tanto che terminato il Sessennio, nel giugno del 1754 ( ? nostro ) , il Capitolo Generale, tenuto nel Monastero di S. Angelo in Brolo in Sicilia lo eleggeva finalmente Generale.
Fu il primo Abate Generale che comprese la necessità di una Riforma nella regola Basiliana con l’abolizione del rito Greco.
Nel 1709 , espose a Clemente XI il pio desiderio di introdurre il rito latino nei Monasteri Basiliani, motivandolo da seri e convincenti argomentazioni. L’impresa fallì, dopo un primo successo, non per colpa sua, ma per necessità storiche.
Nel 1746, a giudizio dell’Accattatis, “pubblicava una classica istoria con dilucidazioni critico-filosofiche sulla vita di san Basilio Magno opera lodatissima e pel concetto storico che si può dire dei popoli di quel tempo e per l’eleganza e robustezza della frase italiana, nonché per la forbitezza del dettato “Il P. D. Giuseppe del Pozzo morì il 2 dicembre 1749, “Romae, scrive il Parlà, ubi abbatis Generalis munere fungebatur”.


2.

P. APOLLINARE AGRESTA


Nacque in Mammola, prov. di Reggio Cal., il giorno 10 gennaio 1621 da Giovan Michele Agresta e da Dianora Scarfò, e, secondo l’uso dei tempi, compì i corsi di grammatica, poetica, oratoria e musica nel Seminario di Gerace.
A 16 anni recatosi in Napoli per applicarsi agli studi Superiori, fu colto da febbre maligna e, miracolosamente, come egli stesso afferma, nella vita di S. Nicodemo, recupera la guarigione ritornando al paese natio. Contava appena 18 anni quando nel giorno 23 luglio del 1639, abbracciando la legione di S. Basilio Magno, nel monastero del San Salvatore di Messina, abbandonò il nome di battesimo, Domenico, e assunse quello di Paolo, che poi, nel giorno solenne della sua professione, a 24 luglio 1640, sostituì con quello di Apollinare.
Tanto progresso fece nello studio della Filosofia e della Teologia che, ordinato presbitero, venne insignito della carica di Segretario Provinciale e assegnato di Famiglia nel Monastero di San Giovanni Theresti di Stilo. Toccato appena i 30 anni fu eletto Abbate del Monastero di S. Onofrio del Chao e nella Pentecoste del 1654, dal Capitolo tenuto in Grottaferrata, fu acclamato Procuratore generale dell’Ordine. Dopo il sessennio fu ancora Abbate del Monastero di Mammola e più volte Provinciale delle Calabrie e Mons. Vicentini, Vescovo di Gerace, reputava ad onore della sua Diocesi ascrivere l’Agresta, nelle Costituzioni sinodali, esaminatore del Clero.
Il giorno 24 aprile dell’anno 1675, fu eletto Abbate Generale da Clemente X e nel 1680 veniva ancora confermato; alla scadenza del secondo sessennio, venne riconfermato da Innocenzo XI ed ancora un’altra volta nel 1692 da Alessandro VIII, ma non poté compiere felicemente quest’ultimo sessennio, perché, nella notte del sabato 23 Dicembre 1695, morì in Messina, e all’indomani fu seppellito nella Cappella dei SS. Bartolomeo e Luca.
I RR. PP. Basiliani di Grottaferrata devotamente ricordano il Generale dell’ordine, D. Apollinare Agresta, e ne conservano, con cura gelosa, un guanto Pontificale. Scritte con inimitabile candore di anima, con sobria erudizione e purità di dettato, per quanto avesse comportato l’andazzo dei tempi in cui viveva, sono giunte fino a noi per le stampe tre opere agiografiche, tra cui, quella di S. Nicodemo, e quella riguardante il Monastero di S. Giovanni Theresti di Stilo.

3.

PADRE GIOVAN CRISOSTOMO SCARFÒ


Nacque in Mammola, Prov. Di Reggio Cal., il 6 febbraio 1679 da Natalizio Scarfò e da Elisabetta Agostino.
A due anni leggicchiava, a nove conosceva l’italiano, il latino e il greco e componeva in tutte le tre lingue. A dieci anni abbandonò il paese natio per recarsi a Napoli e iniziare gli studi. Nel 1700, ancora novizio, nell’ordine basialiano, pubblicò in Napoli lo “Speculum Marianum” e in Messina nello stesso anno “Propositiones Philosophicae”. Il 27 gennaio del 1704 emise i voti solenni nel monastero dei basiliani a Mater Domini e lasciato il nome secolare di Stefano assunse quello di Giovan Crisostomo. Conseguita anche la laurea in lettere fu assegnato al monastero di Grottaferrata, dove per quattro anni tenne la cattedra di filosofia e teologia. Passò quindi a Roma dove illustrò vari antichi monumenti posseduti da Mario Piccolomini e Francesco Fiorone, vecchie pergamene e codici palinsesti di storia e di diplomatica e meritò di essere accolto nell’Arcadia col nome di Crisocarpo Pegeo. Da Roma si trasferì a Venezia , dove su proposta di insigni letterati, fu nominato Censore della società veneta, mentre già era valido sostegno delle Accademie Amisana ed Arginante. “L’innominato di Bra” in Torino, la Leopoldiana di Vienna, l’Accademia dei Curiosi di Matera, dice il Capialbi, fecero a gara per ascriverlo tra i loro componenti e la Montaltina lo nominava Promotore Perpetuo. Ritornò quindi in Calabria e da questa passò nella Sicilia, sempre frugando le biblioteche, e raccogliendo materiale per la formazione della storia dell’ordine basiliano, del quale è l’Istoriografo.
Per quanto si fosse occupato negli studi storici, paleografici ed archeologici, non trascurò quelli delle scienze teologiche e fisiche e dopo le sapienti correzioni fatte alle edizioni delle opere di S. Agostino, ristampate dai PP. Maurini, per le quali meritò dal Sommo Pontefice il diploma di P. Maestro in teologia, e dalla Dieta Generalizia il titolo di Reggente generale degli studi, continuò a coltivare il campo letterario scientifico, pubblicando in diversi tempi, le seguenti opere:
“Lettera religiosa – Napoli 1703. Conclusiones Phisicales ad mentem divi Basilii – Neapoli 1705. Lectiones Neophisicae – Venet. 1706. Speculum Verum – Venet. 1706. Sacra Stromata teologico-dogmatico-dogmatico scolastica Romae 1709. Idem theologica – idem 1709. Analisis theologica ad mentem Damasceni Romae 1709. Scotti Logius breviloquim – Romae 1709. Sacra Philosomata Roma 1709. La Teofilangiola Venezia 1710. Elogio del P. Benedetto Leoni Napoli 1715. Vari opuscoli – Napoli 1722. Palermo 1723, Napoli 1727. Poesie varie Venezia 1737. Lettere sopra varii antichi monumenti Venezia 1739. Observationes Criticae in Venuti Calectanea antiquitatum romanarum – Venet. 1730. Risposta al libro di Rodolfino Venuti Parigi 1740. Il neosofodialogo di un pastore e di una ninfa – Venezia 1740.
Oltre a queste opere, allo “Speculum Marianum” ed alle Propositiones philosophicae soprannominate, stando a quanto scrive l’Amato, pubblicò e sono riportati nel 2° tomo dei congressi dell’Accademia degli Inculti di Montalto (Congresso VIII) le seguenti monografie. Analisis Planistereometriche. Protopiria Geometrica “Neosofichicum, Athlesis dogmatica Scolastica Moralis – Indicium theologicum contra institutiones pastorale Eminentiss; Denoff; Cithara sexdecimi chordarum sive explanatio psalmi Beati immaculati in via; Esposizione di Salmi 44-100. Puer dulcicanens seu Cardiocleptus; Orazioni Panegiriche; Sacre Parenesi; Mistica Nave di Maria; Meditazioni; Vita di S. Macrina sorella di S. Basilio Magno. Vita di S. Teodora Alessandrina. Vita di S. Bartolomeo, Abate di Grottaferrata. Vita di S. Elia da Reggio. Vita di S. Ludemenna. Vita di Vitale di Castronovo. Albero della Religione Basiliana. Lettera Apologetica per il monastero di S. Rosalia. Megalinaria S. Ioannis Theristae in idioma greco. Teoremi politici. Lettere varie. La favola antiniana.
Il dotto scrittore morì nella città di Pesaro nel 1740, ove ebbe meritate onoranze.


Corrado Scarfò

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