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Carissimi giovani,

vi invio un pensiero augurale, riservato a voi tutti, in occasione di questa S. Pasqua 2011.
Ogni anno, celebrando il mistero della morte e risurrezione del Signore, mi interrogo sulla forza di speranza, che scaturisce dalla fede nella risurrezione di Gesù. Mi chiedo, perciò, come noi cristiani oggi sappiamo alimentare questa fede e tradurla in impegno di vita.

Voglio comunicare le riflessioni di questo anno in modo particolare a voi, che più di tutti, forse, riuscirete a capire, perché sono sicuro che esse sono in sintonia con i vostri sentimenti.
Sintetizzo tali riflessioni in tre parole: vita, dono, speranza.
• Dio ha voluto salvarci inviando il suo Figlio, che ha assunto la nostra natura; egli si è incarnato, diciamo con termine teologico; è entrato, cioè, nel vivo della nostra vita umana ed ha assunto ogni sua forma ed espressione per redimerla. Si è reso totalmente solidale con l’uomo. Ultimo gesto di incarnazione è stata la morte, che, da lui assunta, è stata riscattata dalla sua disperazione.
• Gesù ha fatto dono a noi della sua vita; si è offerto per noi per sconfiggere il male che rende difficile e triste la nostra vita. Essere dono ha contraddistinto tutta la sua vita.
• Risorgendo da morte, dopo averne attraversato la soglia, ha dato speranza all’uomo: ogni male può essere vinto, se la morte è stata sconfitta.
Il messaggio per noi è chiaro, cari giovani, e voi che siete espressione di amore alla vita, di disponibilità al sacrificio, di portatori di speranza, lo capirete molto bene.
Per sconfiggere il male, bisogna anzitutto essere capaci di assumerlo con un amore generoso verso la vita così come essa si offre a noi. I problemi si risolvono se ciascuno di noi ha il coraggio di calarsi in essi e assumerli: è il vero amore alla vita.
L’atto della nostra incarnazione nei mali della nostra esistenza e del nostro territorio esige il coraggio del sacrificio e la disponibilità della donazione, come ha fatto Gesù. Nessuna soluzione dei problemi è possibile se noi non rischiamo qualcosa per risolverli: ecco il modo come essere anche noi dono.
La speranza verrà restituita a tutti se viene sperimentato il dono e il sacrificio di alcuni, che scommettono tutto per sconfiggere il male: si restituisce alle persone la capacità e la forza di sperare ancora.
Se noi cristiani non siamo più testimoni forti della risurrezione di Cristo, è perché abbiamo perso il coraggio di rischiare il nuovo per sconfiggere il vecchio, che esiste in mezzo a noi troppo spesso con le caratteristiche del male.
Miei cari giovani, perché non rischiamo anche noi, per il cambiamento del nostro territorio, la coraggiosa testimonianza della risurrezione di Gesù?

Buona Pasqua a voi e alle vostre famiglie.
Con affetto e benedizione,

+ p. Giuseppe
Vostro Vescovo

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